
La vita privata
Sono nato a Zampis, una frazione di Pagnacco, ma sulla mia carta d’identità c’è scritto “nato a Tavagnacco” perché in quell’anno, 1946, Pagnacco era ancora alle dipendenze di Tavagnacco, anagraficamente. Così, il mio atto di nascita si trova a Feletto Umberto, sede municipale di quel Comune. Il mio cognome, poi, che deriva dal nome del paese, è stato tradotto malamente in italiano in “Zampa” assumendo tutt’altro significato dell’originale “Çampis”, in friulano “sinistra”.
Così, i primi equivoci li ho avvertiti fin dalla nascita. Destino!
La vita artistica
Già nei primi anni Sessanta, quando ero nella filodrammatica, mi piaceva canticchiare le canzoni degli artisti emergenti di quel periodo: Adriano Celentano, Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Tony Renis, Sergio Endrigo, Giorgio Gaber… e un certo Herbert Pagani, meno conosciuto al grande pubblico.
Nel 1965, con un gruppetto di attori, decidemmo d’inserire in una serata teatrale un breve intermezzo musicale: quattro canzoni. Io cantai “Valentina”, una canzone che Gaber aveva presentato a Sanremo in coppia con Pat Boom… Fu un successo!
La lingua friulana
Se qualcuno mi chiedesse come mai ho scelto, fin dall’inizio, di scrivere e cantare in friulano, non saprei dare una risposta precisa. Probabilmente è stata una scelta naturale, senza particolari premeditazioni. Era ed è la mia lingua, l’idioma con il quale riesco ad esprimere meglio quel che sento. E dire che quando ho iniziato a cantare c’erano pochissimi artisti che si esibivano in friulano e non c’erano stimoli o incentivi particolari che invitassero a fare questa scelta. Tanto meno pensavo ad ergermi a paladino o a propormi come tutore a salvaguardia della lingua.
I friulani nel mondo
Probabilmente poche persone conoscono la realtà dei nostri Fogolârs Furlans all’estero. Vorrei evidenziarne l’importanza e fare qualche considerazione sulla loro utilità. Credo facciano parte integrante della nostra identità e possono essere un “tramite” importantissimo, soprattutto oggi, per sostenere l’immagine del Friuli nel mondo intero. Credo anche che l’emigrazione forzata del primo dopoguerra abbia rubato al Friuli la gente più forte e sana, la gente più coraggiosa, la gente che non aveva paura di rimboccarsi le maniche e rischiare. Qui sono rimasti i più deboli: noi.
I viaggi
A cavallo degli anni 2000 ho avuto l’opportunità di fare una serie di filmati sulla presenza italiana in Sud America. Ho conosciuto gente e mondi nuovi, al di là dell’ambiente dei Fogolârs Furlans e, soprattutto, ho potuto confrontare di persona l’immagine trasmessa attraverso i mass media con l’effettiva realtà di quelle terre.
Per questa serie di reportages, trasmessi più volte dal canale digitale “Marco Polo”, ho visitato tutta l’Argentina, l’Uruguay, la Bolivia, il Paraguy, il Sud e il Centro del Brasile per arrivare fino in Venezuela…
La televisione
Valter La Tona, regista, oggi presidente della Sitcom una società di reti televisive con sede a Roma, è stata la persona che ha creduto in me agli inizi della mia carriera televisiva. Negli anni ’80 era direttore di Telefriuli. Con lui ho vissuto gli anni più intensi e professionali che può concedere una televisione locale.
Non che oggi non si possano usare questi aggettivi per Telefriuli ma credo che alla base di tutto sia importante avere l’idea chiara di cos’è la “televisione”, come va gestita e programmata. Non s’improvvisa niente.
Le canzoni
Le canzoni sono lo “specchio” delle vicissitudini che si susseguono nell’arco degli anni nella vita di un popolo. Evidenziano i passaggi più significativi e segnalano gioie e dolori, speranze e disperazioni dei tempi in cui vengono proposte.
Praticamente è la storia cantata, sicuramente ancor più vera di quella scritta.
Se si ha la pazienza di analizzare le canzoni ci si accorge che anche le più semplici, più popolari, esprimono fra le righe gli umori, gli stati d’animo, il carattere di un popolo. E questo succede in tutto il mondo e in tutte le lingue.
La politica
Sono un autonomista convinto e sono consapevole che solo con la politica dalla tua parte puoi raggiungere certi obiettivi. Siccome la politica non è dalla mia parte, ho cercato d’intrufolarmi nell’ambiente politico per capire l’ambiguo comportamento che viene normalmente usato nei confronti dell’identità e dell’autonomismo friulano. E’ una mia convinzione: se in una regione autonoma non c’è un partito locale che sostiene, indirizza e pesa sulle decisioni del Consiglio Regionale, la parola “autonoma” perde quasi tutto il suo significato.